L’Assemblea Generale dell’ONU, riunita in sessione plenaria (GA/12438), ha adottato una risoluzione che ha l’obiettivo di combattere le violenze sessuali e consentire un accesso reale alla giustizia per le sopravvissute a questi terribili abusi. Sponsorizzata da Sierra Leone e Giappone, la risoluzione è stata adottata per consenso anche se alcuni Stati hanno tentato di “annacquarne” l’efficacia. Nello specifico sono stati presentati degli emendamenti per tentare di escludere dalla risoluzione le violenze domestiche, il concetto di discriminazione che subiscono le sopravvissute ed eliminare un linguaggio che aprirebbe al diritto di salute consentendo l’aborto.
Il testo, intitolato “Cooperazione internazionale per l’accesso alla giustizia, ai rimedi e all’assistenza per i sopravvissuti alla violenza sessuale”, invita gli Stati ad attuare misure importanti ed efficaci, sia a livello nazionale che internazionale, nel porre rimedio per le vittime di violenza sessuale e di genere. Ai Paesi è richiesto che venga facilitato l’accesso alla giustizia da parte delle sopravvissute e di creare e sviluppare forme di rimedi e di assistenza. È la prima volta che l’ONU (qui il rapporto sulla seduta) approva una risoluzione autonoma che riconosce lo stupro in un momento che è considerato “tempo di pace”. La risoluzione sottolinea come le vittime debbano avere un accesso rapido e senza ostacoli alla giustizia per vedere ripagato il danno subito. Alfine di riuscire in ciò è fondamentale che venga rafforzata la cooperazione internazionale e tutelare in ogni sede i diritti delle donne.
Durante la presentazione della risoluzione il Ministro degli Esteri della Sierra Leone, David Francis, ha citato i numeri dell’Organizzazione Mondiale della Sanità dell’ONU sconvolgenti. Il dato impressionante è che nel mondo addirittura 1,3 miliardi di donne , ovvero il 35% della popolazione femminile totale, sono sopravvissute a violenza sessuale.
C’è da ricordare che a differenza delle risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza, quelle dell’Assemblea Generale non sono vincolanti ma riflettono l’opinione globale sull’argomento.
Tra i rappresentanti europei l’ambasciatore della Repubblica Ceca Jakub Kulhanek, come riportato da ABCNews, ha dichiarato come i 27 Stati Membri dell’UE abbiano accolto favorevolmente la risoluzione. L’ambasciatore ha sottolineato come “Al di là del trauma in sé, i sopravvissuti si trovano troppo spesso ad affrontare barriere inaccettabili nell’accesso all’assistenza, alla giustizia e ai risarcimenti” sottolineando come si la discriminazione ad alimentare la violenza e che i diritti delle donne sono diritti umani.“
Sul sito di Stop Rape Italia. La Premio Nobel Murad spiega perché occorre non rimanere in silenzio.