Sin dall’inizio del conflitto esploso nella regione etiope del Tigray lo scorso novembre, Stop Rape Italia ha seguito le notizie che riportavano l’uso diffuso dello stupro e delle violenze sessuali nei confronti delle donne e delle ragazze appartenenti all’etnia tigrina, come precisa strategia di guerra, perpetrata con estrema crudeltà dai diversi attori del conflitto. Che si trattasse di un workshop per studenti o un evento di sensibilizzazione, abbiamo dato spazio a quanto stava accadendo nel Tigray perché è fondamentale che le persone sappiano. Per questo motivo il report pubblicato da Amnesty International I DON’T KNOW IF THEY REALIZED I WAS A PERSON” RAPE AND OTHER SEXUAL VIOLENCE IN THE CONFLICT IN TIGRAY, ETHIOPIA, rappresenta un preziosissimo strumento di lavoro per noi e per tutte le realtà impegnate nel contrastare l’uso della violenza sessuale come arma di guerra.

Già lo scorso gennaio Pramila Patten, rappresentante speciale delle Nazioni Unite sulle violenze sessuali nei conflitti, aveva espresso la sua preoccupazione per quanto stava accadendo, ed aveva chiesto a tutte le parti coinvolte nelle ostilità di applicare una politica di tolleranza zero per i crimini di violenza sessuale nel rispetto del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani.

I dati presenti nel report ci riportano come il fenomeno sia andando invece assumendo le dimensioni di un vero e proprio crimine contro l’umanità. Nella sola primavera 2021 Amnesty ha raccolto 63 testimonianze dalle quali è emerso come l’obiettivo dei perpetratori di violenze era di terrorizzare e umiliare le vittime e il gruppo etnico di appartenenza. Dodici donne, cinque delle quali in stato di gravidanza, hanno denunciato di essere state stuprate da soldati e miliziani di fronte ai loro familiari. L’ospedale di Adigrat ha registrato 376 casi di stupro, mentre nell’intero Tigray sono stati 1288 i casi. A queste si aggiunge un non quantificabile numero di casi non emersi. Ulteriore tragedia è che in molti casi le vittime sono risultate positive all’HIV/AIDS mentre le descrizioni dei trattamenti subiti sono agghiaccianti. 

Sul sito italiano dell’associazione si legge una dichiarazione della segretaria generale di Amnesty International Agnés Callamard.

“Lo stupro e altre forme di violenza sessuale sono stati usati come armi di guerra per infliggere danni fisici e psicologici alle donne e alle ragazze del Tigray. Centinaia di loro sono state sottoposte a trattamenti brutali allo scopo di degradarle e privarle della loro umanità. La gravità e la dimensione di questi reati sessuali sono spaventose, al punto da costituire crimini di guerra e forse anche crimini contro l’umanità. Chiediamo al governo dell’Etiopia di consentire l’ingresso nel Tigray alla Commissione d’inchiesta della Commissione africana per i diritti umani e dei popoli e sollecitiamo il segretario generale delle Nazioni Unite a inviare nella regione il Team di esperti sulla violenza sessuale nei conflitti”.


fonte www.amnesty.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *