Bandiere degli Stati partecipanti al G20

Si è conclusa la Conferenza G20 sull’empowerment femminile che si è svolta a Santa Margherita Ligure. È stata la prima volta che in ambito G20 si è realizzato un evento sull’empowerment delle donne, dando centralità alla qualità del lavoro femminile, alle politiche per la valorizzazione del talento e della leadership delle donne, all’affermazione e alla tutela dei loro diritti e al contrasto alla violenza di genere.

La Conferenza, che si è svolta sotto la presidenza del governo italiano, è stata aperta dalla lettura del messaggio del Presidente del Consiglio dei Ministri, Mario Draghi, e dall’intervento della Ministra per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, cui sono seguiti la lettura del messaggio della Presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati, l’intervento della Vice-Presidente della Camera dei Deputati, Maria Edera Spadoni, e quello della Commissaria europea per l’eguaglianza, Helena Dalli.

Alla Conferenza hanno partecipato i Ministri responsabili per le pari opportunità del Paesi del G20 e dei Paesi ospiti, di rappresentanti di organizzazioni internazionali (UN Women, UNESCO, OIL, OCSE), del mondo delle imprese, dell’accademia e della società civile che si sono incontrati per dibattere su due specifiche aree di approfondimento:
Stem, competenze finanziarie e digitali, ambiente e sostenibilità;
Empowerment lavorativo ed economico e armonizzazione dei tempi di vita.
La Conferenza ha ospitato anche una specifica riunione convocata dalla Ministra Bonetti e dedicata alla condizione delle donne in Afghanistan.
Al termine della  Conferenza, la Ministra Bonetti  ha diffuso uno Statement della Presidenza che sarà inviato ai Leader G20 nel quale si spiega quanto accordato durante l’evento.

Di seguito alcuni passi salienti dello Statement.

L’emporwement femminile è una sfida globale, anche alla luce degli effetti derivanti dalla pandemia di Covid-19. La crisi ancora in atto ha colpito sproporzionatamente le donne, interessando maggiormente quei settori economici (come la ristorazione, l’accoglienza, i servizi) in cui prevale la presenza di lavoratrici e spesso caratterizzati da un alto tasso di informalità. Tale condizione appare ancora più grave nei Paesi in via di sviluppo, già caratterizzati da un elevato livello di precarietà lavorativa ed educativa, da scarsa diffusione di strumenti di protezione sociale e da carenza di sistemi capaci di tutelare efficacemente i diritti, in particolar modo quelli delle donne, delle ragazze e delle bambine. A ciò si aggiunge che le donne rappresentano la maggioranza dei lavoratori in ambito sanitario, il settore che ha subito maggiormente il peso della risposta all’emergenza pandemica. Gli effetti della pandemia hanno fornito ulteriori conferme dell’esistenza di disuguaglianze nei sistemi sanitari, enfatizzando l’importanza di includere sempre più la dimensione di genere nella medicina. Infine, è aumentata la violenza contro le donne e le ragazze. E’ quindi una emergenza che richiede risposte adeguate.

Un focus è stato dedicato all’attuale tragica situazione delle donne in Afghanistan.

Alla riunione sulla condizione delle donne in Afghanistan sono stati presi in considerazione gli avvenimenti verificatisi nel Paese a partire da agosto 2021 con la crisi istituzionale che ne è conseguita e che presenta rilevanti rischi per la popolazione civile, e in particolare per l’incolumità, lo sviluppo e il ruolo delle donne. Si è assistito in questi ultimi giorni ad un rapido deterioramento delle condizioni della popolazione afgana, la cui incolumità e sicurezza personale richiedono ora un impegno rafforzato dell’intera comunità internazionale e dei membri del G20. In particolare, è stata condivisa la preoccupazione che le donne e le ragazze siano in grave rischio di essere sottoposte a nuove violenze e violazioni dei loro diritti e libertà fondamentali, in una difficile situazione di conflitto e di grave emergenza umanitaria in cui la dignità e i diritti di genere sono chiaramente in pericolo. È importante che i passi in avanti compiuti per i diritti delle donne negli anni continuino ad essere difesi e riconosciuti nella società afgana. I rischi di mobilità obbligata di donne e di bambine, del mancato accesso ai servizi essenziali, con specifico riferimento all’assistenza sanitaria e all’istruzione, di violenze e abusi, che coinvolgono i bambini e i matrimoni precoci e forzati, richiedono di agire con determinazione ed in modo coordinato ed efficace per assicurare la protezione delle categorie più vulnerabili: le donne e le ragazze hanno un’urgente necessità, ora più che mai, del sostegno e dell’azione dei Paesi del G20, che assicurino che i loro diritti siano garantiti, che gli offensori responsabili delle violazioni siano perseguiti, che si prevengano ulteriori azioni in loro danno.

Azioni da attuare
L’empowerment economico femminile richiede inoltre che siano rimosse le barriere per essere contemporaneamente madre e lavoratrice garantendo, per chi lo desidera, gli strumenti necessari a portare avanti entrambe le scelte. I partecipanti alla Conferenza hanno convenuto sulla necessità di rafforzare gli impegni e le azioni politiche volti a colmare i divari di genere nel mercato del lavoro e in particolare la disparità salariale, a rimuovere tutti gli ostacoli che di fatto impediscono l’accesso delle donne a ruoli di leadership e, infine, a sostenere l’imprenditorialità femminile.

Il raggiungimento della parità di genere necessita di un nuovo bilanciamento tra il lavoro retribuito e le responsabilità familiari, come di una rete adeguata di servizi educativi, sociali e di assistenza e cura. L’empowerment delle donne richiede di superare la scelta troppo spesso obbligata tra l’essere madri o lavoratrici professionali, e di garantire invece l’opportunità di conciliare le due scelte. Sulla base di tali considerazioni, i partecipanti hanno ribadito l’importanza dell’adozione della Roadmap Towards and Beyond the Brisbane Target da parte dei Ministri G20 del lavoro nel 202

Prospettive future

I partecipanti hanno convenuto che il raggiungimento della piena parità necessita di un’agenda globale, che affronti con politiche trasversali e sistemiche tutti i diversi aspetti della vita delle donne. Una simile agenda, trasformativa e globale, richiede un alto grado di coordinamento multilaterale, da promuovere con accordi efficaci sia a livello nazionale che internazionale. I partecipanti ritengono che per un approccio concreto e strutturale all’empowerment delle donne siano necessari strumenti di monitoraggio e valutazione dei processi basati su indicatori. La Roadmap Towards and Beyond the Brisbane Target, adottata sotto la Presidenza italiana, costituisce un primo importante esempio. A questo fine, si è discusso dell’opportunità di ampliare e rafforzare (oltre Brisbane) il monitoraggio e gli strumenti di valutazione con il supporto di OCSE e ILO. Allo stesso modo, sono necessari interlocutori in prima linea come gli engagement group del G20 e le parti sociali. I partecipanti convengono di supportare pienamente le attività future del G20 Empower così come promuovono iniziative che lavorino sull’uguaglianza di genere anche collaborando con il settore privato. Hanno inoltre riconosciuto l’urgenza di promuovere l’empowerment delle donne attraverso una strategia integrata e condivisa che coinvolga tutti i settori della società civile, le istituzioni, il mondo della cultura e del lavoro e hanno concordato sulla necessità di rendere strutturale nell’ambito del G20 uno specifico incontro ministeriale dedicato all’empowerment delle donne, di cui questa Conferenza costituisce il primo significativo passo.

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