Azaz, Siria. Foto: Scott Bob, dominio pubblico Public Domain Mark 1.0

Nadia’s Initiative, l’associazione della Premio Nobel per la Pace Nadia Murad è intervenuta ad  elogiare la recente sentenza della Corte Suprema francese, che ha approvato le accuse contro una multinazionale francese, LafargeHolcim SA (“Lafarge”), per complicità nei crimini contro l’umanità commessi dallo Stato Islamico dell’Iraq e della Siria (ISIS) e altri gruppi armati in Siria

 
I fatti. La Lafarge, multinazionale leader mondiale del cemento, fusasi con la Holcim, società svizzera e numero due del settore nel 2015, è finita sotto la lente di ingrandimento della giustizia transalpina nel 2018, con l’accusa di “violazione di un embargo“, “messa in pericolo della vita altrui” e “complicità di crimini contro l’umanità“. Già nel 2016 il giornale francese Le Monde sosteneva che Lefarge avrebbe finanziato lo Stato Islamico tra il 2013 e il 2014, con l’intento di poter continuare le proprie attività nella Siria che in quegli anni era falcidiata dalla presenza delle milizie dell’ISIS.

Per la corte francese la multinazionale ha valutato i profitti al di sopra delle vite delle vittime, compresa la comunità degli Yazidi, che sono state perseguitate, torturate, schiavizzate sessualmente e uccise senza senso dall’ISIS. Lafarge, inoltre, sapeva bene che i crimini dell’ISIS costituivano probabilmente crimini contro l’umanità, eppure la società ha continuato a collaborare con i fondamentalisti a salvaguardia esclusiva dei propri interessi commerciali in Iraq e Siria, fornendo pagamenti multimilionari e conducendo scambi commerciali con i gruppi terroristici.

Gli yazidi, il gruppo etnico della stessa Murad, vogliono e meritano giustizia per i crimini perpetrati contro di loro. L’ISIS ha attaccato insensatamente e violentemente una comunità pacifica nel tentativo di sradicarla. Ad oggi, molti membri dell’ISIS e attori compiacenti non sono stati chiamati a rispondere del genocidio del 2014. Le famiglie e le comunità del Sinjar e della pianura di Ninewa sono state fatte a pezzi. Le donne anziane e migliaia di uomini sono stati uccisi in esecuzioni di massa. Migliaia di donne e bambini sono stati schiavizzati dai combattenti dell’ISIS e sottoposti a violenza sessuale.

Quelli che sono riusciti a sfuggire alla schiavitù dell’ISIS soffrono di traumi fisici e mentali. La comunità è costretta a vivere con la dolorosa realtà che 2.800 delle loro donne e bambini sono ancora dispersi. I sopravvissuti degli Yazidi hanno fatto pressione sulla comunità internazionale per localizzare i dispersi, ma non è stato fatto alcuno sforzo collettivo. I sopravvissuti al genocidio degli Yazidi non possono guarire senza giustizia. Non possono guarire finché la comunità internazionale non cercherà e salverà coloro che sono ancora dispersi e perseguirà i responsabili delle atrocità.

La Nadia’s Initiative sottolinea come nessun attore è al di sopra della legge, e coloro che violano i diritti umani devono affrontare le piene conseguenze della legge. Per questo motivo, la sentenza della Corte Suprema francese deve essere considerata come un caso storico per i sopravvissuti alle persecuzioni e alle violenze terroristiche dell’ISIS in tutto il mondo.

L’avvocatessa Amal Clooney, che insieme al co-consulente francese, rappresenta le vittime Yazidi nel caso, ha commentato la sentenza: “La sentenza della Corte Suprema francese è un enorme passo avanti per le vittime dei crimini commessi dall’ISIS e per i sopravvissuti di tutto il mondo che lottano per la giustizia. In una sentenza storica, la Corte Suprema francese ha confermato che se le aziende sono complici di crimini efferati, devono rispondere davanti a un tribunale. Le corporazioni dovrebbero prendere nota: se sono complici di violazioni dei diritti umani saranno chiamate a rispondere e le vittime avranno diritto a un risarcimento“.

La presidente della Nadia’s Initiative e attivista yazidi Nadia Murad ha commentato: “Sono incoraggiata dalla decisione della più alta corte francese che anche una grande multinazionale come Lafarge risponderà delle sue violazioni dei diritti umani. Spero che il riconoscimento della complicità di Lafarge nel genocidio degli Yazidi consegni un pezzo di giustizia alla mia comunità, sostenendo i sopravvissuti con risarcimenti e dissuadendo altri dal finanziare il terrorismo in futuro“.

Nadia Murad Premio Nobel per la Pace

La coordinatrice di Stop Rape Italia Tibisay Ambrosini sostiene la posizione della Murad: “Ci uniamo alle parole di elogio della Nadia’s Initiative per la decisione della Corte Suprema francese, e auspichiamo che sia un monito per tutte le aziende, perché se è vero che la lotta al terrorismo si svolge su diversi campi, sicuramente quello finanziario ha una rilevanza notevole

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