Dal Kosovo arrivano buone notizie per chi si batte come Stop Rape Italia contro la violenza sessuale come arma di guerra nei conflitti. La Corte di base di Pristina ha emesso la sua prima condanna in assoluto per violenza sessuale in tempo di guerra. La Corte ha condannato l’ex poliziotto serbo Zoran Vukotic a dieci anni di prigione. Vukotic è stato condannato per aver commesso uno stupro e aver partecipato alle espulsioni di civili di etnia albanese dalla città di Vushtrri/Vucitrn il 22 maggio 1999. La sentenza sancisce che l’ex poliziotto ha violentato la sua vittima “come parte di un ampio e sistematico attacco alle donne di etnia albanese“.

La ministra della giustizia kosovara Albulena Haxhiu ha accolto il verdetto con un messaggio sulla sua pagina Facebook in cui dichiara “Questa è una buona notizia per tutte le vittime della violenza sessuale di guerra, per i cittadini ma anche per la storia e il futuro del Kosovo“.

Per Vukotic non si tratta di una prima condanna. Il responsabile della violenza sta già scontando una condanna a sei anni e mezzo per crimini di guerra, dopo essere stato riconosciuto colpevole in un altro caso nel maggio 2018. È stato condannato per aver detenuto illegalmente, picchiato e torturato detenuti di etnia albanese nella prigione di Smerkonica nella regione di Mitrovica da maggio a inizio giugno 1999. L’ex poliziotto è stato estradato dal Montenegro al Kosovo nel novembre 2016.

Anche Shyhrete Tahiri-Sylejmani, una delle poche sopravvissute alla violenza sessuale durante la guerra del 1998-1999 in Kosovo, che ha raccontato pubblicamente la sua storia di stupro da parte delle forze serbe nell’ottobre 2019, ha così accolto la sentenza: “Oggi inizia una nuova era, giustizia per la nostra anima e, posso dire liberamente, giustizia per il criminale, che è in una cella di prigione dove inizierà una nuova era anche per lui“.

Il Centro kosovaro di riabilitazione vede nella condanna della corte un momento storico per il Kosovo, fatto che influenzerà altre vittime a testimoniare in tribunale, oltre a portare speranza a coloro che stanno aspettando giustizia. Sebahate Pacolli-Krasniqi, coordinatore del progetto al Centro kosovaro di riabilitazione per le vittime della tortura ha detto ai media “È un giorno straordinario, un giorno storico perché è la prima volta in Kosovo che i nostri tribunali locali condannano qualcuno per un tale crimine“. Unici dubbi sono stati riportati dai legali del Centro kosovaro di riabilitazione in relazione agli anni di carcere che il tribunale ha comminato all’imputato. L’avvocata Farmire Haliti ha annunciato che comunque l’associazione ricorrerà alla Corte d’Appello per richiedere un aumento della pena”.

(fonte https://balkaninsight.com)

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *