Sono passati ben sette anni dal 3 agosto 2014, giorno in cui la popolazione Yazida nella regione di Sinjar in Iraq è stata invasa e messa sotto attacco da uomini dell’ISIS per sopprimere, espellere e distruggere l’intera comunità. A partire da quella data sono stati commessi innumerevoli crimini, tra cui crimini di guerra e crimini contro l’umanità in quello che è riconosciuto dalle Nazioni Unite come un tentativo di genocidio.

Si diffusero massacri, stupri e rapimenti che hanno avuto come risultato lo sfollamento forzato della maggior parte della popolazione. Gli yazidi catturati sono stati separati per sesso ed età, gli uomini e i ragazzi in età da combattimento sono stati sterminati mentre le donne e i bambini sono stati deportati come prigionieri a Mosul e in Siria. Le donne e le ragazze catturate hanno subito gravi e prolungati abusi sessuali come mogli forzate dei combattenti dell’ISIS o come schiave sessuali, vendute e utilizzate come forma di moneta in un vero mercimonio di vite umane. I giovani ragazzi sono stati radicalizzati e costretti a servire a fianco dei militanti dell’ISIS.

La stima ufficiale parla di 6.417 donne e bambini yazidi schiavizzati dall’ISIS nel 2014. Più di un terzo è ancora oggi disperso, il loro destino è sconosciuto e in alcuni casi potrebbe non essere mai confermato.
A fare luce su questi crimini è il premio nobel per la pace Nadia Murad, yazida rapita, abusata sessualmente e costretta in schiavitù che dopo esser riuscita a fuggire ha portato alla luce della cronaca internazionale le atrocità commesse dallo ISIS. Oggi con la Nadia’s Initiative in collaborazione con al Mukwege Foundation, opera in tutto il mondo affinché lo stupro come arma di guerra sia bandito e i responsabili di tali crimini vengano giudicati come autori volontari di quanto hanno commesso, tutelando le vittime e avviandole a recuperare la propria dignità e il proprio futuro.
Stop Rape Italia, nel suo piccolo, supporta le attività di Murad e Mukwege, cercando di far conoscere questi crimini anche nel nostro Paese.

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